Come la Direttiva Dac7 cambierà gli accertamenti fiscali per il comparto alberghiero

 

Cos’è la Dac7?

La Direttiva sulla cooperazione amministrativa Dac7 è un provvedimento utile a contrastare l’evasione fiscale e consentire a ciascuno Stato di raccogliere il gettito che spetta loro sui servizi offerti a livello internazionale. Nello specifico, oggetto della riforma saranno le piattaforme di vendita online – come Amazon, Airbnb, Google, eBay e tante altre – che, dal 1° gennaio 2023, avranno l’obbligo di comunicare al Fisco i dati relativi alle vendite sui loro portali.

Quando verrà approvata e quando entrerà in vigore?

Il mese in corso sarà decisivo per comprendere il futuro degli accertamenti fiscali. Infatti, l’approvazione da parte del Parlamento Europeo è attesa per marzo 2021. Non appena la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entrerà in vigore e sarà effettiva in data 1° gennaio 2023.
La direttiva Dac7 è stata proposta dalla Commissione europea a luglio 2020 ed approvata con alcune revisioni il 1° dicembre 2020 durante l’Ecofin, il Consiglio dei ministri delle Finanze dell’Ue.

Quali dati verranno comunicati?

Nel caso in cui venisse approvata, la Dac7 imporrà ai gestori delle piattaforme online di inviare all’Agenzia delle Entrate i principali dati degli utenti che sono soliti utilizzare i rispettivi canali digitali al fine di effettuare attività di commercio online: nome e cognome, codice fiscale o partita Iva, denominazione sociale, ammontare dei corrispettivi pagati o accreditati in ciascuno dei periodi oggetto di monitoraggio, eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dalla piattaforma.
Ad esempio, Airbnb dovrà segnalare all’Agenzia delle Entrate del Paese in cui ha sede legale (Irlanda) tutti i dettagli delle locazioni in relazione agli immobili affittati, come dati catastali, giorni di affitto, indirizzo dell’appartamento, importi riscossi. Sarà poi compito dell’Agenzia delle Entrate Irlandesi, ritrasmettere tali dati all’Agenzia delle Entrate Italiana.

Chi verrà escluso?

Verranno prese in considerazione solo le “attività rilevanti”; ciò vuol dire che saranno esclusi i venditori che hanno effettuato meno di 30 operazioni e per le quali l’importo totale non supera i 2 000 euro durante l’anno di riferimento.
Altresì, verranno esonerati anche i venditori professionali per cui la piattaforma registra più di 2.000 attività per l’affitto di immobili, riferendosi ad ogni struttura che si trova allo stesso indirizzo ed offerta in locazione da un unico venditore. Questo perché, data la frequenza dell’attività e l’entità degli introiti, l’amministrazione fiscale dovrebbe essere in grado di verificare il rispetto degli obblighi senza il rischio che vi sia un caso di evasione fiscale.

E la privacy?

La comunicazione di questi dati non si scontrerà con la normativa comunitaria sulla privacy: i dati trasmessi verranno scambiati nel rispetto del Gdpr.

Le piattaforme possono rifiutarsi?

Qualsiasi piattaforma soggetta alla direttiva che deciderà di opporsi a questi obblighi, potrà legittimamente vedersi sospesa l’attività da parte dello Stato in cui presta i suoi servizi.
Inoltre, visto che molte di queste piattaforme digitali non hanno sede in Europa, è imposto l’obbligo di registrarsi in uno Stato a scelta dell’Unione europea.

Quali conseguenze per le strutture ricettive?

La Dac7 renderà accessibili una serie di dati che, opportunamente confrontati in fase di accertamento fiscale, saranno utili nel contrasto all’evasione fiscale.
Le strutture ricettive non fiscalmente in regola che utilizzano portali come Airbnb per pubblicizzarsi e rendere disponibile il proprio alloggio ai potenziali ospiti, rischiano di subire salatissime sanzioni.